Lo spirito del legislatore, mi pare evidente, spinge tutte le PA verso l’erogazione di siti ed applicazioni Web di qualità . In quest’ottica l’aspetto legato all’accessibilità ed alla fruibilità dei contenuti è “soltanto” uno degli elementi da prendere in considerazione; infatti, se da una parte la legge Stanca 4/2004 parla esplicitamente di accessibilità rendendo obbligatorio il rispetto di 22 requisiti tecnici, dall’altra il Codice dell’Amministrazione Digitale enumera una corposa serie di “proprietà” che dovrebbero caratterizzare la PA sul Web, i cui siti Web dovranno quindi essere accessibili da tutti, anche dai disabili, ma anche reperibili, facilmente usabili, chiari nel linguaggio, affidabili, semplici, omogenei tra loro.

Stiamo parlando, in definitiva, di un’idea di qualità che inizialmente non può prescindere dall’accessibilità tecnica che la legge Stanca richiede obbligatoriamente, ma che di certo non si esaurisce solo con essa: il legislatore ha giustamente considerato l’accessibilità come una condizione necessaria per il conseguimento di un elevato livello qualitativo, ma non certo sufficiente, ed ha correttamente iniziato a spingere le PA verso un approccio “user based”, fondato sui principi di progettazione universale che non possono non essere presi in carico da chi progetta, implementa, pubblica o gestisce un sito Web di una certa complessità. Ed è evidente che tutto questo non riguarda “semplicemente” chi si deve occupare delle fasi legate allo sviluppo dell’applicazione, ma anche dei “redattori”, di coloro cioè che saranno delegati all’inserimento dei contenuti del sito.

L’impianto normativo quindi prende in considerazione l’intero processo di sviluppo e gestione, l’intero ciclo di vita dell’applicazione Web, e questo approccio “globale” forse ha contribuito a disorientare ulteriormente molti sviluppatori abituati a pensare al sito Web come un’attività esclusivamente legata alla scrittura di codice, o ancora peggio all’uso esclusivo di editor visuali. Invece, creare un sito Web di qualità vuol dire pensare agli utenti, progettare e lavorare in team, scrivere codice, testare a più riprese il lavoro fatto, prevedere e gestire le questioni legate alla diffusione della conoscenza in azienda, concepire non solo gli step relativi all’implementazione pratica ma anche quelli legati alla formazione dei tecnici e dei redattori… insomma un’opera niente affatto semplice, per la quale servono professionisti in grado di affrontare problematiche quasi mai banali, altrimenti la qualità sarà sempre e soltanto un concetto astratto con cui i politici di turno potranno riempire i loro discorsi, ma del quale i cittadini non troveranno alcuna traccia sul Web.