“Nell’attuale società dell’informazione, per le persone disabili,
il modo in cui i siti Internet vengono realizzati può significare la differenza tra integrazione ed esclusione sociale”
(Yannis Vardakastanis, Presidente dell’European Disability Forum)
Tra i numerosi settori dove Internet sta intervenendo con la sua carica di modernizzazione quello che sta producendo gli effetti maggiormente innovativi è l’eGovernment, cioè la possibilità per tutti gli utenti, cittadini e imprenditori, di gestire il rapporto con la Pubblica Amministrazione anche on line. E’ in atto una vera e propria rivoluzione che sta trasformando i siti Internet pubblici da vetrine istituzionali a strumenti per interagire in maniera diretta con lo Stato; questa rivoluzione vedrà la piena esplosione quando, attraverso la firma digitale, “il cittadino potrà ‘bussare alla porta’ dei siti Internet pubblici non solo come anonimi visitatori, ma come persone legalmente identificate, consentendo perciò l’attivazione di una miriade di nuovi servizi” (Marco Calvo, Frontiere di rete). Se si pensa che attualmente nell’Unione Europea ci sono 37 milioni di persone disabili e il numero dei cittadini anziani è in continuo aumento il diritto per tutti di accedere ai servizi delle amministrazioni centrali è altrettanto importante quanto garantire l’accesso agli edifici pubblici. La sfida consiste nel garantire il massimo livello di accessibilità alle tecnologie dell’informazione in generale e la compatibilità di queste ultime con le tecnologie ausiliarie.
La Comunità Europea ha immediatamente recepito le esigenze dei disabili e si è fortemente impegnata nel raggiungimento di questo obiettivo aderendo all’iniziativa WAI del W3C. Sin dall’emanazione del piano d’azione eEurope2002 Una società dell’informazione per tutti del dicembre 1999 l’Europa ha posto tra le sue priorità il miglioramento dell’accessibilità dei siti pubblici per consentire a tutti i cittadini europei utilizzare le nuove tecnologie e per lottare contro la “infoesclusione”. Il piano d’azione eEurope 2005, subentrato al piano d’azione eEurope 2002, ha confermato quegli obiettivi. Il Consiglio inoltre ha adottato, nel marzo 2002, una risoluzione in cui esorta gli Stati membri ad accelerare l’attuazione dell’iniziativa WAI. E l’Italia come ha risposto a questa sfida? L’Italia ha aderito con un po’ di ritardo alla sfida di rendere questi nuovi servizi accessibili anche ai disabili se si pensa che l’obiettivo della Commissione europea era di impegnarsi a rendere accessibili ai disabili la struttura e il contenuto di tutti i siti web pubblici entro la fine dei 2001. Si deve sottolineare però che negli ultimi anni la Pubblica Amministrazione italiana ha vissuto un’intensa stagione di riforme normative e di modernizzazione e ha cercato di recuperare il ritardo sia infrastrutturale che culturale che la caratterizzava. La Rete sta diventando un mezzo importante sia per accrescere la produttività del lavoro all’interno degli uffici pubblici, sia per migliorare la qualità dei servizi che essi devono offrire ai cittadini. Certo sono ancora molti i problemi da risolvere a partire dalla firma digitale per arrivare all’interoperabilità telematica tra tutte le Amministrazioni pubbliche ma gli sforzi sono comunque evidenti e, con le ovvie differenze, i nostri servizi pubblici hanno oggi in Rete una presenza paragonabile a quella dei Paesi europei più avanzati tecnologicamente. Il Governo Italiano ha emanato nel marzo 2001 le Linee Guida per l’organizzazione, l’usabilità e l’accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni il cui obiettivo era di fornire a chiunque all’interno delle amministrazioni si occupa di progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi informativi basati sulle tecnologie del Web indicazioni sugli aspetti più importanti che riguardano le reali fruizioni dei siti Web nelle amministrazioni pubbliche, con particolare riferimento al contesto organizzativo, all’usabilità del Web, all’accessibilità delle informazioni. Questa direttiva nasceva nell’ambito del Piano di Azione di e-government 2000/2002 che rappresenta la prima proposta del Governo Italiano per il sostegno ai processi di innovazione realizzati dalle pubbliche amministrazioni mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Nel settembre del 2001 la Circolare dell’AIPA Linee Guida per l’organizzazione, l’usabilità e l’accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni ha confermato che i siti “devono essere progettati in modo da garantire la loro consultazione anche da parte di individui affetti da disabilità fisiche o sensoriali, o condizionati dall’uso di strumenti con prestazioni limitate o da condizioni ambientali sfavorevoli”. Il Ministro Lucio Stanca ha di recente affermato che “l’eGovernment può essere trainante nel ridurre i rischi di un digital divide nel nostro Paese; di un’esclusione dalle fonti dell’informazione e dalle relative tecnologie di aree geografiche o categorie sociali svantaggiate come anziani, disoccupati, disabili”. Le politiche del Governo sul tema dell’innovazione ICT sono state definite nel giugno di quest’anno all’interno delle Linee Guida del Governo per lo sviluppo della Società dell’Informazione che prevedono di conseguire i 10 obiettivi di legislatura fissati dal Comitato dei Ministri per la Società dell’Informazione nel febbraio 2002; tali obiettivi riguardano le macro aree della messa on-line dei servizi pubblici, dell’efficienza interna, della valorizzazione delle risorse umane, della trasparenza e della qualità. Il nuovo obiettivo minimo, secondo il Ministro Lucio Stanca, è la bidirezionalità dello scambio, una reale possibilità di dialogo tra chi offre un servizio e chi lo richiede. Tra i principali strumenti per la realizzazione dell’eGovernment il Governo ha predisposto il Portale Nazionale del Cittadino dove dal 2 giugno è possibile conoscere i passi necessari per usufruire dei vari servizi, scaricare i principali moduli, chiedere consigli utili. Per permettere ai cittadini di individuare facilmente i siti delle amministrazioni e di garantire, nel contempo, la sicurezza e l’affidabilità delle informazioni in essi contenute, il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie ha inoltre attivato il dominio di secondo livello .GOV.IT. A questo scopo, è stata predisposta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri una Direttiva che definisce un livello minimo di qualità per alcuni aspetti essenziali dei siti governativi. L’obiettivo è quello di aggregare i siti ed i portali delle Amministrazioni pubbliche con un adeguato livello di efficacia, accessibilità e sicurezza dei servizi erogati. Il Dipartimento per l’Innovazione e le Tecnologie effettuerà le dovute verifiche formali e tecniche prima di effettuare la registrazione. Purtroppo però lo stesso portale nazionale Italia.gov.it non risulta totalmente accessibile; pur avendo ottenuto la validazione del W3C, il form per la ricerca all’interno del sito è inaccessibile ai non vedenti; un errore del genere rende difficoltoso la consultazione di questo utile di strumento di dialogo con le Istituzioni. Questa condizione è inoltre comune anche ad altri siti della PA italiana: da un’analisi effettuata a fine marzo 2002 sui siti della PA centrale emerge infatti che il caos di cui parlava il CENSIS lo scorso anno ne Il Pentagono della Qualità è ancora presente nonostante in questi ultimo anno siano stati emanati due importanti documenti, la Direttiva Bassanini e la Circolare dell’AIPA, che avrebbero dovuto (e potuto) avere anche nel breve periodo un maggiore impatto. Molte Istituzioni maggiormente sensibili alla tematica (l’INPS con il suo sito accessibile e l’INAIL con il portale SuperAbile) hanno risposto con tempismo alla sfida di rendere i propri servizi disponibili anche ai disabili e e si cominciano a vedere degli ottimi esempi di siti istituzionali totalmente accessibili ma il ritardo rispetto agli obiettivi del Piano eEurope 2002 sono evidenti. Il lavoro da fare per un pieno e totale superamento delle barriere che ostacolano, anche sul web, la vita dei disabili è ancora tanto, ma come ha detto Franco Bompressi (Responsabile di SuperAbile.it) in un convegno sui “Diritti dei disabili” (HandyLab, Roma 2002) “non partiamo dai livelli minimi ma dal massimo impegno!”.