Ricorderemo tutti il film Robocop (1987), una pellicola distopica di fantascienza in cui il protagonista Cyborg è in grado di raccogliere e accedere rapidamente a informazioni tramite il proprio sistema integrato, anticipando la rapidità di accesso ai dati tipica dei QR code. Il principio della connessione istantanea a un’informazione esterna era già una prospettiva che in qualche modo, desideravamo fosse parte della nostra vita.
Un circuito di codice bidimensionale in grado di dare l’illusione sensoriale di aprire le porte a nuovi collegamenti, a nuove opportunità e gestire tale passaggio sensoriale in modo rapido, quasi istantaneo. Il QR code (Quick Response code) a differenza dei tradizionali codici a barre lineari (monodimensionali), che vengono letti orizzontalmente, utilizza un sistema bidimensionale che consente di immagazzinare più dati, inclusi testi, URL, numeri di telefono e altro. E’ stato inventato intorno al 1994 per rispondere all’esigenza industriale di accedere ai contenuti in modo molto veloce, con più informazioni rispetto ai codici a barre tradizionali.
Credo che chiunque desideri accedere rapidamente a informazioni, come menu di ristoranti o brochure informative, trova questa tecnologia utile. In un mondo sempre più veloce, la capacità di ottenere informazioni in un attimo è un desiderio comune a tutti noi.
Ma siamo davvero tutti a beneficiare del QR code?
No. La realtà è che non tutti possono beneficiarne in modo equo. Sebbene siano ampiamente utilizzati in vari contesti, le barriere esistenti fanno sì che molti, in particolare le persone con disabilità, non possano sfruttare appieno le loro potenzialità. Mi è infatti capitato, durante un convegno per persone cieche, di notare sguardi attoniti quando è stato comunicato dal palco di inquadrare il QR code proiettato sullo schermo.
In molte situazioni quotidiane, i QR code stanno già facendo la differenza. Nei ristoranti, i menu digitali possono essere accessibili tramite QR code, consentendo alle persone con disabilità visive di ascoltare le opzioni (così non dovrò più recitare il menu ai miei amici ciechi, cosa che, nonostante il gesto di supporto benevolo, potrebbe far sentire in imbarazzo chi potrebbe essere autonomo per diritto, anche perché la mia metrica di lettura dei menu è pessima, sciolgo endecasillabi a mò di pietanze e non mi sembra giusto, rovinerei l’esperienza culinaria agli altri). Nei musei, i QR code possono fornire audioguide e informazioni dettagliate sugli oggetti esposti, rendendo l’esperienza più inclusiva per tutti i visitatori (ottimo per tutti no?). Magari un giorno sarà possibile anche avere un collegamento tramite braccialetto con QR code incorporato che punti ad una video descrizione in LIS (Lingua dei Segni Italiana), chissà…
Per massimizzare i benefici dei QR code, è essenziale considerare il design inclusivo partendo dalle WCAG (Web Content Accessibility Guidelines) e dai seguenti criteri di accessibilità.
Testo Alternativo (Alt Text)
- WCAG 1.1.1 – Contenuti non testuali: I QR code sono immagini, quindi devono avere un’alternativa testuale per essere accessibili agli screen reader. Il testo alternativo dovrebbe descrivere l’azione associata al QR code o fornire il link equivalente. Ad esempio, l’alt text potrebbe essere: “Scansiona questo QR code per accedere al nostro sito web (aggiungere il nome del ristorante ad esempio o dell’azienda)” o fornire un link cliccabile equivalente.
Link Alternativo
- WCAG 2.4.4 – Scopo del collegamento (nel contesto)Assicurarsi che l’azione del QR code (come un URL o un’altra informazione) sia fornita in modo alternativo e comprensibile anche senza l’uso del codice stesso. Ad esempio, posizionare sotto il QR code un link cliccabile che punta alla stessa destinazione del codice, purché sia descrittivo ovviamente e che fornisca una etichetta chiara che ne descriva lo scopo del puntamento.
Interpretazione corretta
- WCAG 4.1.2 – Nome, Ruolo, Valore: è essenziale garantire che tutti i componenti interattivi di un’interfaccia siano interpretati correttamente. Assicurarsi che il QR code abbia un nome che descriva l’oggetto, un ruolo indicato come immagine interattiva o codice scansionabile e un valore come un link testuale, che rappresenta il contenuto del QR code. Questo permette alle tecnologie assistive di interpretare correttamente l’elemento e offrire accesso alle informazioni.
Contrasto Sufficiente
- WCAG 1.4.3 – Contrasto (minimo)/1.4.11 Contrasto in contenuti non testuali: Il QR code deve avere un sufficiente contrasto cromatico rispetto allo sfondo affinché sia facilmente scansionabile. Anche se il contrasto non è direttamente legato alla percezione da parte di utenti non vedenti, utenti con problemi di vista o difficoltà visive potrebbero avere difficoltà a scansionare un QR code con scarso contrasto.
Dimensioni Adeguate
- WCAG 1.4.4 – Ridimensionamento del testo: Il QR code dovrebbe essere di dimensioni sufficienti affinché gli utenti possano scansionarlo facilmente. Dimensioni troppo piccole potrebbero rendere difficile l’uso per persone con disabilità motorie o visive.
Descrizione Aggiuntiva
- WCAG 1.3.1 – Informazioni e correlazioni: Offrire una descrizione contestuale che spieghi come utilizzare il QR code. Ad esempio, indicare chiaramente che si deve utilizzare una fotocamera o un’applicazione di scansione per leggere il codice (immaginate quanto sarebbe bello avere un assistente vocale incorporato nella fotocamera del cellulare che suggerisce il posizionamento per mirare al QR code… forse esiste, devo chiedere a qualche amico cieco perché servirebbe anche a me che soffro di vertigini). Un problema evidente è l’impossibilità di vedere lo schermo e di puntare il dispositivo verso di esso, quindi occorre un’alternativa.
Alternativa Stampabile
- WCAG 2.2.1 – Regolazione tempi di esecuzione (se applicabile): Se il QR code viene utilizzato in contesti in cui il tempo è limitato (es. biglietti digitali che scadono), fornire un’alternativa che non richieda l’uso del QR code, come un link testuale o un’opzione stampabile. Secondo le WCAG (Web Content Accessibility Guidelines), gli utenti devono essere in grado di estendere qualsiasi limite di tempo nelle interfacce digitali almeno 10 volte. L’utente deve anche essere avvisato almeno 20 secondi prima della fine del limite di tempo (si suggerisce di dare almeno 3-5 minuti come limite di tempo, avvisando l’utente).
E’ sempre una buona pratica fornire un’alternativa stampabile a prescindere dalla scadenza del tempo. Approfondimenti: Regolazione tempi di esecuzione.
Suggerisco di prestare però sempre attenzione, perché non tutti i collegamenti presenti nei QR code sono affidabili. La loro natura semplice e la capacità di memorizzare grandi quantità di dati li rende anche un possibile vettore per attività dannose (installazione di malware, phishing, richieste di pagamenti ecc…). Essere consapevoli dei pericoli e adottare semplici misure preventive, come effettuare una verifica sulla fonte, non fornire informazioni sensibili ecc… più fare la differenza.
Seguendo questi suggerimenti, è possibile varcare la porta della connessione bidimensionale, garantendo che il QR code sia accessibile a un’ampia gamma di utenti, comprese le persone con disabilità e mirando al raggiungimento di quella tanto attesa autonomia che ci spetta di diritto.