Testo con cui il Cento D’Ateneo di Ricerca e Servizi per la Disabilità, la Riabilitazione l’Integrazione dell’Università di Padova ha partecipato alla consulta pubblica su Internet Governance promossa da www.isoc.it

Accessibilità e Internet.

  • Il connubio fra Internet e Accessibilità spaventa molti data l’incontrollabilità delle informazioni digitali pubbliche.
  • I padri del cyberspazio più di trent’anni fa sognavano di aver creato un luogo tranquillo, razionale, libero e aperto in cui le regole venivano discusse e condivise da tutti. Oggi spam, virus, pedopornografia e inapplicabilità delle leggi del mondo fisico rendono il cyberspazio un luogo caotico e complesso.
  • Sicurezza, controllo e profitto soffocano accessibilità, diversità e libertà. Per questo è assai difficile parlare dei diritti di cybercittadinanza delle persone digitalmente svantaggiate.

Universa Universis Patavina Libertas (antico motto Università di Padova)

  • Riteniamo importante condividere il pensiero e le idee di alcuni docenti, ricercatori, tecnici, amministrativi e studenti dell’Università di Padova,con anni di esperienza, anche personale, su questioni relative alla disabilità e all’accesso alle informazioni digitali e alle tecnologie telematiche.
  • In ambiti in rapidissima evoluzione, limitarsi a regolamenti e leggi che affermano dei diritti è inutile se questo non è accompagnato da proposte concrete, da progetti condivisi, da esperienze credibili, ma soprattutto da una tensione ideale verso una società e una cultura inclusiva e partecipativa in cui il libero accesso alle informazioni non sia solo imposto e tutelato, ma liberamente voluto e desiderato da tutti.

Cultura dell’accessibilità.

  • I diritti dei cittadini disabili, in Italia, già da anni sono tutelati da leggi avanzate.
  • Le tecnologie per curare l’accessibilità e per combattere i divari digitali già ci sono, così pure regolamenti, linee guida.
  • Ciononostante l’Italia rimane agli ultimi posti in Europa come percentuale di cittadini disabili inseriti nel mondo del lavoro.
  • Ciò che manca è una cultura dell’accessibilità che esca dalle Università, dai documenti del legislatore e che diventi prassi lavorativa di chi progetta e cura servizi e strumenti.

Cyberspazio P.U.R.O.

‘Sporcarsi le mani’.

  • E’ importante riconoscere che gli ‘havesnot’ (le persone digitalmente svantaggiate) non chiedono l’elemosina agli ‘haves’ ossia a quelli che hanno e sanno usare le tecnologie.
  • ‘Sporcarsi le mani’ per curare i diritti di cittadinanza digitale non è solo cosa giusta, ma è soprattutto un’opportunità di crescita tecnologica, culturale ed economica per una società che sta invecchiando e quindi perdendo abilità motorie e sensoriali.
  • Il vantaggio è reciproco. Per chi attualmente è svantaggiato e per chi lo sarà giacché tutti siamo portatori sani di disabilità.

Perché includere.

  • E’ bene ricordare che ogni giorno grazie al progresso delle tecniche di pronto soccorso e di rianimazione, molti cittadini sopravvivono anche se con gravi menomazioni acquisite. A questi si devono aggiungere numerosi bambini con gravi malattie genetiche o con malformazioni neonatali che pochi anni fa non sopravvivevano. L’invecchiamento inoltre e’ spesso causa di nuovi limiti motori e sensoriali.
  • E’ opportuno favorire l’inclusione ogni cittadino nel mondo del lavoro, della scuola e in particolare nel cyberspazio per cercare di ridurre svantaggi legati a menomazioni.
  • La e-inclusione è opportuna e genera ricchezza culturale, sociale ed economica giacché investire in tecnologie alternative produce innovazione e crescita tecnologica.

Conclusioni.

  • Curare l’inclusione sociale e l’accessibilità universale di servizi ed informazioni pubbliche, usando strumenti standard e aperti, non è soltanto un costo, ma un investimento e un vantaggio competitivo, perché un prodotto PURO (Percepibile, Understandable, Robust, Operable) e quindi accessibile da chiunque ed ovunque, è preferito.
  • E’ urgente e necessario uno sforzo pedagogico per insegnare a curare l’accessibilità dei servizi pubblici e *soprattutto dei contenuti*.
  • Garantire l’accessibilità dello scheletro di un servizio telematico trascurando che ogni contenuto sia PURO (Percepibile, Understandable, Robust, Operable) per chi ha menomazioni è inutile, deleterio e ipocrita.

Firmatari.

Il testo del documento è consultabile all’indirizzo http://dpss.psy.unipd.it/cda/techability/cyberight.html
Per ulteriori informazioni su chi ha personalmente firmato il documento si veda la rubrica dell’Università di Padova. Le firme sono in ordine cronologico di adesione.

Roberto Mancin – Dipartimento di Pediatria “Salus Pueri” – Tecnico Informatico
Salvatore Soresi – Centro d’Ateneo di Ricerca e Servizi sulla disabilità, la riabilitazione e l’integrazione – Professore Ordinario
Giuliano Artico – Dipartimento di Matematica Pura e Applicata – Professore Associato
Fabrizio Mancin – Dipartimento di Scienze Chimiche – Ricercatore Confermato
Yuri Carrer – Centro d’Ateneo per le Biblioteche – C.A.B. – Tecnico Informatico
Giulia Fioravanti – Rappresentante in senato Accademico – Studente
Silvia Sartorelli – Dipartimento Scienze Statistiche – Tecnico Informatico
Valeria Marchi – Rappresentante studenti nel Comitato Pari Opportunità – Studente
Laura Nota – Dipartimento di Psicologia e dello Sviluppo e della Socializzazione – Professore Associato
Luisa Caldon – Rappresentante degli studenti nel Consiglio di Amministrazione – Studente
Silvia Baggio – Dipartimento di Pediatria “Salus Pueri” – Amministrativo
Alvise Belotti – Presidenza della Facoltà di Lettere – Tecnico Informatico
Lisa Zarantonello – Dipartimento di Pediatria “Salus Pueri” – Amministrativo
Antonio Fassina – Presidenza della Facoltà di Medicina – Tecnico Informatico
Osvaldo Da Pos – Dipartimento di Psicologia Generale – Professore associato
Franco Zacchello – Dipartimento di Pediatria “Salus Pueri” – Professore Ordinario