Le motivazioni per un intervento di Confindustria (52) nel settore della disabilit? si
fondano su alcuni punti forti:

Disabilit? come opportunit? di sviluppo imprenditoriale. Valutata dal punto di vista industriale/produttivo, la “disabilit?” dovrebbe essere considerata come manifestazione di un bisogno e quindi come domanda cui fornire risposte in termini di prodotti e di servizi. In quest’ottica la disabilit? pu? quindi essere letta come opportunit? di sviluppo di un determinato segmento di mercato. Le regole di mercato devono favorire imprenditoria e sviluppo tecnologico.
Recupero di competenze inespresse. Un importante potenziale di capacit? inutilizzate o inespresse pu? essere recuperato dando dignit? alle persone affette da disabilit? come portatori di una domanda di piena autorealizzazione, sviluppando in parallelo un’offerta di competenze professionali ed industriali di compensazione ed integrazione della disabilit? e un’offerta di lavoro finalizzata ad utilizzare potenziali oggi largamente sprecati, con costi economici, sociali ed umani del tutto ingiustificati.
Compensazione delle minorazioni e dei deficit per promuovere la partecipazione. La disabilit? deve essere vista dalla societ? come necessit? di compensazioni appropriate per prevenire, in una fascia considerevole di cittadini a “rischio elevato”, ulteriori
deterioramenti del loro stato di salute psicofisica, e per promuoverne la migliore autonomia e partecipazione possibile. L’applicabilit? di leggi promulgate per sostenere l’integrazione sociale e lavorativa deriva anche dall’attuazione degli interventi tecnologici necessari.
Sviluppo di pari opportunit?. C’?, infine, l’aspetto deontologico, che deve imporre rispetto ed estrema attenzione per le esigenze dei deboli e degli svantaggiati, al fine di garantire quelle pari opportunit? che lo sviluppo di scienza e di civilt? rendono al
momento attuale possibili.

La piena efficienza ed integrit? fisico-sensoriale delle persone ?, e sar?, sempre pi? insidiata dal crescere del numero degli incidenti e dai processi di invecchiamento legati alla crescita della vita media. Gli strumenti di contrasto che il progresso potr?
mettere in atto potranno rallentare il trend di crescita, ma non invertirlo. La diversit?, sotto il profilo dell’efficienza ed dell’integrit? fisico-sensoriale, presenta aspetti non dissimili dagli altri elementi di differenziazione (sesso, et? appartenenza etnica, religiosa, culturale, ecc.). Il deficit sviluppa nel portatore, se opportunamente sostenuto, straordinarie capacit? compensative. Molte carenze vengono supplite dall’ipersviluppo di capacit? fisiche collaterali; per le stesse vie, lo sviluppo di capacit? sensoriali, intellettive e relazionali mira ad equilibrare le carenze fisiche. Le tecnologie, comprese quelle di informazione e comunicazione, creano straordinarie potenzialit? di integrazione e compensazione per i portatori di disabilit? sia fisiche che sensoriali.
Lo sviluppo tecnologico ha messo a disposizione dei disabili una serie innumerevole di tecnologie ed ausili che consentono la loro piena integrazione sociale, potenziando ed integrando le abilit? residue. Queste tecnologie sono in forte sviluppo e si perfezionano continuamente. Per questa serie di considerazioni si possono bocciare buona parte delle attuali politiche per la disabilit?, dal momento che sono basate su una impostazione assistenziale nei confronti dei disabili, nella loro considerazione come oggetti e destinatari di interventi standardizzati e nella considerazione del lavoro come parcheggio quotidiano assicurato da quote imponibili.
Le nuove politiche a favore delle persone portatrici di deficit dovrebbero essere centrate:

su una cultura di accettazione della diversit? come generatrice di opportunit?;
sulla considerazione del portatore di deficit come soggetto ed attore del proprio massimo sviluppo, attraverso l’utilizzo di strumenti e capacit? compensative che incentivino a costruire soluzioni su misura dei bisogni e finalizzate ad esprimere il massimo delle potenzialit? residue e latenti;
sullo sviluppo di un sistema dell’offerta di servizi professionali integrati e di coerenti prodotti industriali, di strumenti compensativi ed integrativi fortemente individualizzati ed adattati alla domanda individuale;
sulla riorganizzazione delle norme che regolano l’erogazione di ausili per la riabilitazione delle persone con necessit? speciali e delle facilitazioni ed incentivi per la loro pi? ampia integrazione e partecipazione;
sul riorientamento a questi fini di tutti i segmenti di Politica, Amministrazione, Istruzione, Formazione, Salute, Lavor, Attivit? Produttive e Pari Opportunit?, integrati da un’efficace regia.

La medicina permette oggi di vivere a molte persone che solo qualche decina di anni fa avrebbero avuto morte certa. Ma per queste persone la risposta pi? efficace per dare significato alla parola partecipazione ? lo sviluppo tecnologico che mette a disposizione soluzioni che risultano compensative dei deficit e delle minorazioni.
L’obiettivo ? di permettere a persone in situazione di disabilit? grave di recuperare ampi spazi di autonomia: autonomia nella comunicazione, autonomia nel mantenere relazioni sociali, possibilit? di svolgere attivit? lavorative e vivere la quotidianit?
senza bisogno di assistenza.
Questa logica dovrebbe essere al centro di ogni iniziativa a favore dei disabili, comprese quelle del Servizio Sanitario Nazionale.
La Commissione disabili di Confindustria sta lavorando per mettere a punto iniziative volte a determinare un massimo impiego di tecnologie compensative per la piena ed efficace scolarizzazione dei bambini disabili, per un produttivo e gratificante coinvolgimento lavorativo dei giovani portatori di disabilit? e per dare a tutte le persone con minorazioni, soprattutto all’elevato numero degli anziani, strumenti
immediati e semplici per relazionarsi, lavorare, divertirsi, sentirsi sicuri e protetti, essere autonomi nello svolgimento di semplici attivit? quotidiane. Tutti aspetti indispensabili per un innalzamento della qualit? della vita.
Le priorit? d’azione per la Commissione di Confindustria sono due: l’integrazione lavorativa delle persone con deficit e l’inserimento nel mondo della scuola. L’integrazione lavorativa deve essere affrontata in una visione consapevole e realistica, cio? con la logica di gestione propria dell’azienda, che non dimentichi quindi il conseguimento anche economico dei fini dell’impresa. La Commissione
pensa a due direttrici di azione per un programma di intervento nei due risvolti del problema:

in chiave politico-normativa
iniziative per il controllo delle norme applicative delle leggi esistenti e per lo sviluppo di proposte, aggiornamenti e revisioni per una nuova disciplina legislativa dell’argomento;

e nelle direzioni operative in cui si articola il problema
iniziative per la “preparazione della persona disabile” all’accesso al lavoro;
iniziative per la “preparazione dell’azienda” ad integrarlo positivamente nel proprio ambito, salvaguardando anche i termini economici.

Si possono gi? intravedere, per ciascuna delle aree di intervento, delle iniziative specifiche:

Per quanto riguarda la legge 68/99 la Commissione di Confindustria intende costituire un riferimento nazionale centrale per l’applicazione delle normative per il diritto al lavoro delle persone disabili. Suo compito ? monitorare le modalit? di applicazione
della legge, controllare le emissioni di circolari interpretative e, in generale, sostenere le posizioni delle aziende nella gestione e sviluppo delle norme sull’argomento; tutto questo oltre a sviluppare ogni iniziativa per eventuali modifiche delle leggi stesse.
Nella linea di intervento per la “preparazione della persona disabile al lavoro” la Commissione persegue la costituzione di “Commissioni per il lavoro delle persone disabili” nelle Organizzazioni Industriali del territorio, in particolare regionali, a partire da quelle realt? che sono pi? attrezzate e che possano rappresentare riferimenti pi? generali ed esportabili. Loro compito ? di costituire un raccordo tecnico concreto ed effettivo con e fra le diverse strutture (sanit?, scuola, formazione professionale, S.I.L. ed eventualmente parti sociali quando richiesto dai contratti di lavoro locali o aziendali) finalizzato:

a favorire percorsi formativi sempre pi? mirati a mansioni con effettivi sbocchi occupazionali;
a sostenere l’adozione di provvedimenti specifici richiesti per situazioni locali e/o individuali e di eventuali accordi tra le strutture operative sul territorio;
a supportare le aziende nei rapporti con le istituzioni e nello sviluppo di una cultura del “job coach” per l’inserimento lavorativo.

Per quanto attiene alla “preparazione dell’azienda”, la Commissione promuove presso le aziende opportune iniziative per una gestione consapevole del problema, che ne controlli e gestisca positivamente lo sviluppo. Possono essere un riferimento, a questo scopo, le buone pratiche adottate da alcune associazioni e aziende che hanno acquisito notevole esperienza nel settore. Un coordinamento locale e/o nazionale raccoglier? e diffonder? le esperienze maturate, i casi di successo di gestione economica efficace, cio? tutto quanto ? riuscito a trasformare un obbligo in risorsa per l’azienda:
conseguentemente la loro diffusione stimoler? altre aziende ad adottare quelle metodologie gi? sperimentate con successo.

Ultimo punto, ma non in ordine di importanza, ? l’ambito scolastico, che per la Commissione Disabilit? ? considerato strategico perch? ? quello dal quale scaturiscono gli elementi per una autentica inclusione sociale delle persone disabili o, al contrario, per una loro irrimediabile marginalizzazione. La Commissione di Confindustria propone l’istituzione, presso la direzione Generale per la Formazione e
l’Aggiornamento del personale della scuola, di un gruppo di lavoro composto da un limitato numero di esperti della materia con il compito di effettuare un monitoraggio e fornire suggerimenti nel campo della formazione degli insegnanti di sostengo e dell’innovazione metodologica e tecnologica per la partecipazione degli alunni disabili ai processi di apprendimento. In sostanza obiettivo della Commissione per il prossimo triennio ? quello di migliorare l’integrazione scolastica delle persone disabili, contribuendo a processi di semplificazione burocratica, di riforma dei cicli scolastici, di potenziamento dell’obbligo di istruzione e di promozione della
professionalit? degli insegnanti.

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