Le tecnologie dell’informazione possono dunque contribuire a sostenere l’integrazione dei disabili nella società.
Gli ausili mettono in grado le persone disabili di usare in completa autonomia un PC e riducono, anche se sicuramente non annullano, la loro disabilità. Questo determina un aumento di persone che possono svolgere una vita “normale” sia a livello scolastico che lavorativo. Spesso si tratta, infatti, soltanto di capire quale sia il posto giusto da assegnare in azienda ad una persona disabile che, se dotata degli opportuni strumenti, sarà in grado di svolgere correttamente le attività che le verranno assegnate. Ma se da un lato l’informatica e la telematica offrono moltissime possibilità di valorizzare persone disabili, esse stesse possono creare nuove barriere.
Alcuni dei problemi che l’utente disabile incontra nell’utilizzo della tecnologia nascono dal fatto che i prodotti standard non tengono conto dei suoi bisogni speciali. Queste difficoltà possono evitarsi nello sviluppo del prodotto. Le limitazioni, infatti, non sono inerenti alla tecnologia, che è caratterizzata da un’enorme flessibilità, ma, paradossalmente, da mancate richieste poste alla tecnologia stessa.
Le interfacce grafiche apparentemente così semplici possono diventare un grosso ostacolo per chi non può vedere la freccia del mouse muoversi sullo schermo. Per fare un esempio: un’icona sul desktop – che permette di aprire direttamente un documento di testo o di accedere alla rete senza bisogno di dare ulteriori comandi – sembra un apprezzabile passo avanti verso la semplificazione dell’uso del computer, ma può invece rappresentare un problema difficilmente superabile per chi non la vede e pertanto non riesce a selezionarla.
Le nuove tecnologie possono migliorare la qualità della vita per le persone disabili solo se tali tecnologie sono sviluppate secondo quei criteri che permettono a tutti di utilizzarle.
Gli individui affetti da disabilità visiva hanno problemi, per esempio, con le presentazioni multimediali, i caratteri troppo piccoli, i particolari contrasti di colore, le immagini troppo piccole. Poiché non esistono standard che definiscano le caratteristiche dei siti web, molti disabili della vista possono essere esclusi da siti potenzialmente loro utili a causa di un design non appropriato.
Quanti sono affetti da problemi di mobilità fisica, anche gravi, come sclerosi multipla, paralisi o varie forme di artrite, possono incontrare difficoltà nel muovere il mouse o nell’usare una tastiera. Quanti sono deboli di udito o sordi hanno difficoltà a utilizzare video in rete, o sentire i suoni di avviso del computer.
La tecnologia deve servire a migliorare la qualità della vita, non ad innalzare nuove barriere e nuovi steccati. Per fare in modo che sia uno strumento di integrazione sociale e di crescita democratica sarà quindi necessario rispettare degli accorgimenti che permettano a chi ha particolari disabilità, di superare le proprie difficoltà senza incorrere in nuovi ostacoli.

 

Accesso ed accessibilità
L’accesso alla tecnologia non implica automaticamente che la tecnologia sia accessibile. “Accessibile” e “accessibilità” vanno distinti dall'”accesso” poiché l'”accesso” si identifica con la disponibilità di hardware, software ed infrastruttura. L'”accessibilità” indica, invece, se e come la tecnologia può essere utilizzata dall’utente finale disabile. Un design accessibile è, infatti, quello che permette al disabile di poter utilizzare il World Wide Web o un computer in maniera funzionale alle proprie esigenze. Il design accessibile è essenziale per rendere Internet realmente universale.
La seguente tabella esemplifica, in maniera non esaustiva, le applicazioni che possono creare proble mi a differenti gruppi di disabili ed individua le possibili soluzioni offerte dalla tecnologia.

Tabella 1
tipo di disabilità  problemi di accessibilità soluzioni offerte
Disabilità della vista Interfaccia di pc e altri terminali (bancomat, macchine per la distribuzione di biglietti, chioschi per informazioni, ecc.).
Carte intelligenti che manchino di marcatura tattile.
Lettori di schermo.

Disabilità dell’udito

Telefonia fissa e mobile; sistemi di risposta vocale. Telefoni testuali, email;
connessione ad apparecchi acustici che possano amplificare il suono.
Disabilità della vista e dell’udito Interfaccia di PC e altri terminali (bancomat, macchine per la distribuzione di biglietti, chioschi per informazioni, ecc.).
Carte intelligenti che manchino di marcatura tattile.
Telefonia fissa e mobile; sistemi di risposta vocale.
Lettori di schermo.
Telefoni testuali in combinazione con una tastiera Braille.
Disabilità motoria Interfaccia di PC e altri terminali (bancomat, macchine per la distribuzione di biglietti, chioschi per informazioni, ecc.).
Utilizzo del mouse.
Utilizzo di carte intelligenti.
Telefoni pubblici.
Programmi di controllo che offrano speciali caratteristiche (funzioni di ritardo o comandi basati su un solo tasto).
Comandi vocali.
Tastiere speciali.
Disabilità mentale, danni celebrali, difficoltà di lettura, afasia Chioschi informativi, sportelli automatici, telefoni, interfaccia di PC;
tutto ciò che richiede l’abilità di comprendere istruzioni testuali e l’abilità di esprimersi verbalmente.
Syntetic Speech.Interfacce utente con specifiche caratteristiche basate su disegni o pittogrammi.
Fax, posta elettronica, istruzioni audio-video.

Internet accessibile a tutti: WAI
Internet può essere una fonte inesauribile di notizie, di possibilità di comunicazione e interazione, di collegamento col mondo. Ma può diventare una nuova forma di esclusione per chi non ha a sua disposizione tutti i mezzi, soprattutto fisici, per usare la rete.
È possibile, però, fare in modo che Internet sia facilmente accessibile anche a un disabile e che anzi diventi un supporto insostituibile della sua formazione e del suo lavoro.
Perché tutti possano utilizzare la rete senza penalizzazioni dovute a disabilità, il W3C, il World Wide Web Consortium, ha promosso la WAI: Web Accessibility Initiative. Si tratta di un’iniziativa che mira ad individuare e suggerire criteri di realizzazione dei siti web tali da permettere la fruizione delle informazioni, in essi contenute, indipendentemente dalle disabilità eventualmente presenti nel soggetto.
Secondo le direttive WAI è accessibile un sito che non presenti barriere pur non rinunciando alle componenti multimediali. Esso dovrebbe sfruttare i cosiddetti “equivalenti testuali”, concepiti come parte integrante delle pagine del sito, associati alle componenti non testuali, come grafici, immagini e animazioni, in modo da inserire la ridondanza di informazione che permetta la presentazione alternativa. La versione “solo testo” viene considerata una soluzione di rifugio, quando non sia praticabile quella canonica, per difficoltà oggettive, ma comunque da non privilegiare.
Si dovrebbero evitare poi i cambi di colore improvvisi, gli scatti, il refresh automatico, che in alcuni soggetti, come le persone che soffrono di epilessia, possono provocare reazioni negative. Le persone che soffrono di disturbi epilettici sono insofferenti, secondo le più recenti ricerche, ai normali monitor; è bene che ricorrano, perciò, a schermi a cristalli liquidi. Questi schermi, però, consentono la visualizzazione delle immagini senza grandi varietà di colore, per lo più su scale di grigio, e permettono la visione su schermo con risoluzione non superiore a 800/600 pixel (più generalmente 640/480). Questo implica che un sito “accessibile” dovrebbe mantenere una dimensione delle pagine compatibile con queste risoluzioni. Con un equivalente testuale, la pagina può essere presentata come sintesi vocale, braille, e testo visualizzato sullo schermo, utilizzando di volta in volta uno dei diversi sensi umani (udito per la sintesi vocale, tatto per il braille, vista per la versione testuale) in modo che il sito sia accessibile a diverse categorie di disabili.
Per rendere fruibili anche le immagini a chi non può vederle o ha specifiche difficoltà, il testo renderà a parole la stessa funzione delle immagini. Un esempio è quello di una foto della Terra vista dallo spazio. Se la funzione dell’immagine è solo decorativa, basterà che il testo dica “foto della Terra vista dallo spazio “; se lo scopo dell’immagine è fornire un’informazione utile, il testo dovrà specificare a parole quell’informazione; se, infine, la foto è stata inserita come collegamento ad altre informazioni (attraverso un collegamento ipertestuale ), il testo dirà all’utente “informazioni sul Pianeta Terra”. Toccherà poi agli “interpreti” – ad un particolare browser oppure alle tecnologie aggiuntive come i lettori di schermo, le sintesi vocali o le sintesi braille – presentare le informazioni al navigatore.
Esistono infine anche “equivalenti non testuali” ovvero icone, discorsi preregistrati o filmati di persone che traducono il testo nel linguaggio dei segni, che possono rendere accessibile il sito a soggetti con disabilità cognitive, difficoltà di apprendimento o sordità.