L’accessibilità degli oggetti multimediali è un tema carico di variabili affascinanti quanto irrisolte: si pensi ad esempio alle differenze comportamentali dei plug-in all’interno delle pagine web o alla loro scarsa adattabilità alle personalizzazioni da parte dell’utente.

In "Come rendere accessibile un filmato per il web" Roberto Ellero giustamente riporta alcune criticità relative all’utilizzo della tecnica di embedding, ossia un video inserito nel corpo della pagina, rispetto all’esecuzione dello stesso video nel player esterno ad esso compatibile (formati tipici sono Windows Media, Real e Quicktime).

Il player esterno infatti permette una gestione indipendente del filmato da parte dell’utente, soprattutto in relazione a:

  1. La presenza di un barra di comandi completa, le cui funzioni sono attivabili anche tramite tastiera.
  2. La possibilità di ridimensionare il video e quindi (ad eccezione di Windows Media) anche la dimensione dei relativi sottotitoli.
  3. Una puntuale visualizzazione/percezione, di solito affidata ad alert o messaggi di stato, di eventuali errori (come ad esempio problemi di buffering, puntamento errato alla risorsa, errore interno al file caricato).
  4. L’indipendenza totale rispetto a problemi di gestione dei plug-in tipici dei diversi browser in diversi sistemi operativi (vedi tabella di compatibilità).

Quanto detto finora però non significa certo accantonare l’idea di fruire correttamente di una risorsa video all’interno di una pagina web, lasciando che l’utente mantenga quindi il focus sul suo "navigare".