Le pagine inaccessibili sono anamorfiche

Provo a far capire cos’è una pagina web non accessibile – immobilizzata da misure fisse e pensata dall’autore per essere vista in modo identico da tutte le configurazioni (ovvero visibile solo con un certo browser) – attraverso l’analogia con un’immagine anamorfica (ovvero quell’immagine che risulta decifrabile solo a partire da un’unica prospettiva visuale, che ne costituisce l’unico accesso, senza il quale essa non si compone sensatamente): la pagina interamente accessibile sarà allora quella pagina che in modo naturale non richiede alcun requisito privilegiato, non ha bisogno di alcuna chiave d’accesso per risultare visibile e leggibile.
E’ dunque la limitata accessibilità e non l’accessibilità ciò che devìa dall’ordine delle cose, poiché normalmente le cose non si lasciano “aprire” con una sola chiave: continuando l’analogia, se l’anamorfosi rappresenta un caso particolare nel genere delle immagini, lo stesso è per la pagina non accessibile all’interno delle pagine web.

Esempio di immagine anamorfica:

Leonardo da Vinci, un disegno tratto dal Codice Atlantico (Biblioteca Ambrosiana, Milano)
Un viso di bambino e un occhio, anamorfosi piana

Immagini deformate di un volto e di un occhio

Guardando il volto lateralmente, quasi aderendo alla pagina, si visualizza correttamente il disegno:

visione corretta del volto, da un particolare ed unico punto di vista

L’idea di deformare un’immagine affinché essa non sia percepibile ad un esame superficiale, ma solamente mettendosi a guardarla da un particolare scomodo e inusuale punto di vista, nasce dal concetto di prospettiva, manipolazione della realtà necessaria a restituire in un dipinto la terza dimensione, la profondità. Baltrušaitis, studioso del simbolismo nella produzione artistica, afferma che, relativamente al concetto di prospettiva, l’anamorfosi “ne inverte elementi e principi: dilata e proietta le forme fuori di sé stesse invece di ridurle progressivamente ai loro limiti visibili, e le disgrega perché si ricompongano in un secondo tempo, quando siano viste da un punto determinato”.

Nelle anamorfosi curve si richiede un elemento specchiante per poter interpretare l’immagine.

Mario Bettini, Apiaria universae philosophiae mathematicae, Bologna 1642.
L’occhio del cardinale Colonna, arcivescovo di Bologna.
Anamorfosi per specchio cilindrico.

un occhio proiettato su superficie piana richiede uno specchio curvo per essere riconosciuto

L’immagine GHI è il risultato di una proiezione dell’occhio CDB da un punto di vista E, considerando lo specchio A come trasparente.
Osservando la proiezione dalla posizione simmetrica rispetto allo specchio A e al punto E, si vedrà correttamente sullo specchio l’immagine CDB, come riflessa di GHI.

Imporre l’interpretazione di una pagina con un particolare programma utente o in dipendenza di settaggi fissati (con una sola risoluzione, fissando gli elementi con misure che immobilizzano il layout, con una particolare configurazione software), significa operare in modo anamorfico, deformante, e costringere ad un solo punto di vista l’osservatore.

Un design accessibile risulta invece “prospettico”, adattabile a tutti i punti di vista e a tutti gli utenti.