Per meglio comprendere il tutto, magari tramite una rappresentazione grafica, propongo alla tua attenzione il “modello del gap” (gap model, gap = differenza, distanza, discriminazione), che mette in relazione le funzionalità (fisiche e non) di ciascuna persona con i requisiti che l’”ambiente” richiede per l’utilizzo di un prodotto; allora la distanza che graficamente separa le due funzionalità (personale e dell’ambiente) rappresenta in maniera sufficientemente corretta il concetto di disabilità.

Rappresentazione grafica del modello del Gap

Vista in questi termini, la progettazione universale intende ridurre o abbattere del tutto la distanza fra le capacità della persona e le richieste ambientali, cioè la disabilità, facendo convergere queste due componenti.

Le basi della progettazione universale sono state estese dall’architettura a molte altre discipline, internet e siti Web compresi, con l’obiettivo iniziale e comune di migliorarne l’uso da parte delle persone con bisogni e preferenze particolari.

Ma è vero che i principi di progettazione universale garantiscono un miglioramento complessivo dell’utilizzo per tutti gli utenti interessati a quel prodotto specifico. Per esempio, le rampe d’accesso pensate per favorire la mobilità e l’accesso degli utenti in carrozzina, finiscono col recare beneficio anche a tutti coloro che usano carrelli per la spesa o passeggini con bambini, ed ancora per coloro che si aiutano con un bastone per camminare ed anche per il pedone qualunque.