17 maggio 2018, Global Accessibility Awareness Day (GAAD). Questa data è importante perché proprio attorno a quella data (in cui si sono tenuti come di consueto eventi anche nel territorio italiano) vi sono state due particolari iniziative in ambito normativo sul tema dell’accessibilità.
Normativa italiana: qualcosa si muove
L’Italia ha già emanato la legge di delegazione europea 2016-2017, entrata in vigore lo scorso novembre, che ha stabilito all’articolo 14 principi e criteri direttivi specifici per l’esercizio della delega al Governo per l’attuazione della direttiva sull’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobile degli enti pubblici. In particolare, l’articolo prevede che vengano emanate apposite linee guida nazionali volte a individuare i casi in cui un ente pubblico può ragionevolmente limitare l’accessibilità di uno specifico contenuto e stabilisce che le amministrazioni si uniformino alle previsioni di legge utilizzando le proprie risorse economiche e organizzative senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.
Il 16 maggio 2018, il Governo nel Consiglio dei Ministri n. 84, ha approvato lo schema di decreto legislativo che dovrà aggiornare la legge Stanca e le normative correlate per essere allineata alla Direttiva Europea sull’accessibilità. Di seguito l’estratto del comunicato.
Accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici
Attuazione della direttiva (UE) 2016/2102 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici (Presidenza del Consiglio e Ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione – esame preliminare)
Il decreto attua la direttiva (UE) 2016/2102 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.
In particolare, in considerazione del fatto che il principio della accessibilità dei siti web delle pubbliche amministrazioni è già sancito e attuato nell’ordinamento interno dal Codice dell’amministrazione digitale, il decreto garantisce la sussistenza dei principi ispiratori della direttiva attraverso minimi interventi di adeguamento, principalmente in materia di “onere sproporzionato”, laddove il criterio dell’accessibilità è temperato da una valutazione di impatto e di esigibilità dal punto di vista organizzativo, tecnologico e finanziario.
Inoltre, si prevede il cosiddetto “meccanismo di feedback”, istituito per consentire a chiunque di notificare ai soggetti erogatori eventuali difetti dei sistemi informatici, ivi compresi i siti web e le applicazioni mobili, in termini di conformità ai principi di accessibilità e alle prescrizioni in materia di accessibilità dettate dalle linee guida, nonché di richiedere le informazioni non accessibili. La risposta a richieste legittime e ragionevoli sarà assicurata attraverso la possibilità di presentare reclami al Difensore civico digitale.
Per quanto riguarda, invece, l’ambito soggettivo di applicazione della direttiva, nonché l’oggetto della stessa, le misure nazionali vanno già al di là delle prescrizioni minime per l’accessibilità dei siti web e applicazioni mobili stabilite dalla direttiva medesima.
Lo schema di decreto ora dovrà affrontare il consueto iter (parlamento, conferenza stato regioni, ecc.) e pertanto si potrà avere certezza dei suoi contenuti non prima di settembre 2018.
E in Europa?
In tema europeo, il 18 maggio 2018 la Commissione UE ha reso disponibile per consultazione pubblica fino al 15 giugno 2018 due documenti previsti dalla direttiva:
- La proposta di metodologia di monitoraggio e di reporting all’UE
- La proposta di definizione dei contenuti e modalità della dichiarazione di accessibilità.
Questi documenti sono frutto del lavoro e discussione di mesi da parte di esperti internazionali e dei rappresentanti dei paesi membri. L’Europa invita tutti, soprattutto chi ha conoscenza e competenza in materia, a partecipare attivamente alla consultazione.