Per comprendere l’importanza del raggiungimento di un adeguato livello di fruizione ed interazione è utile fare riferimento alle UAAG, ossia alle linee guida dedicate agli User agent. Nel documento, per User agent si intende:

Any software that retrieves and renders Web content for users. This may include Web browsers, media players, plug-ins, and other programs – including assistive technologies – that help in retrieving and rendering Web content.

Quindi un plug-in multimediale inserito in una pagina web rientra a pieno titolo tra gli elementi che devono garantire quanto raccomandato ad esempio nel checkpoint 4.1 (Configure text scale). Citiamo due punti in particolare:

  1. Allow global configuration of the scale of visually rendered text content. Preserve distinctions in the size of rendered text as the user increases or decreases the scale.
  2. As part of satisfying provision one of this checkpoint, provide a configuration option to override rendered text sizes specified by the author or user agent defaults.

Nelle relative techniques si chiarisce anche la destinazione (Who benefits):

Users with low vision, who benefit from the ability to increase the text scale. […] People who use captions may need to change the text scale.

A questo punto appare evidente come il ridimensionamento dei sottotitoli sia questione tutt’altro che secondaria ai fini dell’accessibilità della risorsa multimediale e come i plug-in siano pienamente coinvolti in quanto user agent che curano la fruizione di ciò che è sì multimedia, ma al tempo stesso web content.

Pur se le UAAG corrono parallele al lavoro dei web designer, la sinergia è importante in quanto il problema sta proprio nella “fissità” del plug-in nei confronti dei contenuti editoriali circostanti. E ciò vuol dire impossibilità dell’utente ad operare correttamente.